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🇮🇹 Trigger Point: il trattamento completo

Il Trattamento Manuale dei Trigger Point consiste in un insieme di tecniche di terapia manuale specifiche per i Trigger Point. Prevede l'esercizio di una forte pressione manuale che frequentemente evoca nel paziente una sensazione di fastidio o dolore.

Ciò nonostante, il dolore percepito viene spesso descritto come un "dolore buono". Si possono inoltre distinguere tecniche specifiche per i Trigger Point e tecniche più orientate alla fascia, con un effetto più ampio che coinvolge il muscolo intero e le sue fasce.

Storia del Trattamento Manuale dei Trigger Point

Janet Travell definì il concetto dei Trigger Point Miofasciali agli inizi degli anni quaranta. Da allora sono state proposte numerose modalità di trattamento manuale dei Trigger Point: la Compressione Ischemica, il Release Miofasciale, il Rilassamento post-isometrico, ed altri. Si può dire che anche con il "massaggio classico" si siano sempre trattati i Trigger Point, magari senza un approccio sistematico e senza che ciò fosse esplicitato; così risulta da alcuni documenti cartacei del XVI secolo. Il Trattamento Manuale dei Trigger Point per come lo insegniamo oggi, è stato sviluppato dal medico svizzero Dr. Beat Dejung. Ispirato sia dal lavoro di Ida Rolf (1896-1979) che da quello di Travell and Simons, Dejung sviluppò insieme a un gruppo di fisioterapisti un approccio sistematico al trattamento dei Trigger Point conosciuto come "The Swiss Approach to Trigger Point Therapy". L'insieme di queste tecniche viene utilizzato per il trattamento focale dei Trigger Point, dei muscoli e della fascia.

Esistono varie tecniche per il Trattamento Manuale dei Trigger Point, alcune rivolte in maniera specifica ai Trigger Point e la Bandelletta Tesa, altre come le tecniche di Release fasciale rivolte a muscoli e fasce, che vengono proposte indipendentemente dalla localizzazione dei Trigger Point. Per ragioni didattiche le singole tecniche vengono identificate con dei numeri da I a VI. Le tecniche specifiche per i Trigger Point e la Bandelletta (I e II) e la mobilizzazione inter-muscolare (IV) prevedono l'esercizio di una forte compressione manuale da parte del terapista. Per questo motivo queste tecniche possono risultare dolorose. Detto ciò è bene ricordare che il principio base di tutte queste tecniche è che il dolore provocato durante il trattamento rimanga sempre nei limiti della tollerabilità del paziente, e idealmente sia avvertito come un "male che fa bene". Generalmente più l'applicazione di queste tecniche è precisa minore sarà la forza da esercitare da parte del terapista. Prima di ogni trattamento è raccomandabile escludere eventuali controindicazioni e informare il paziente sui possibili effetti del trattamento. La compressione dei Trigger Point (tecnica I) può essere combinata con l'allungamento o l'accorciamento, attivo o passivo, del muscolo. La tecnica fasciale (III) va applicata in modo da non risultare dolorosa.

Tecniche per i Trigger Point: - Tecnica I: compressione locale di un Trigger Point - Tecnica II: stretching manuale locale esercitato lungo la bandelletta tesa, nella zona

dove sono localizzati alcuni trigger point e nella zona circostante

Tecniche di Release Fasciale: - Tecnica III: release fasciale manuale su un'area ampia attorno al Trigger Point - Tecnica IV: release manuale dei tessuti connettivi e della fascia tra due muscoli (mobilizzazione inter-muscolare)

Per ulteriori informazioni o per fissare un appuntamento contattaci al 3491847174

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