top of page

Somatic dysfunction, what is it? How it is considered By Prof. Gianluca Egidi, Pescara 🇮🇹

Pescara 🇮🇹 - Friday 25 June 202 Somatic Dysfunctions📌 By Prof Gianluca Egidi, ODM International elite partner therapist

When we are in front of a patient for the first time, whether it comes to us for a specific pain or injury or whether it is a healthy patient who wants to visit exclusively for maintenance or to prevent the onset of problems, it is always important to carry out a detailed assessment and to know the patient's status.

The assessment is useful for:

Search for any malfunctions that may be at the root of the problem

To detect the functional and dysfunctional status of the patient

To have baseline data to be compared in the future with subsequent evaluations

Finally, to have a point of reference and to be able to carry out the work rationally

But to make an assessment we need measurement tools and units of measurement.

The evaluation tools

These evaluation tools can be represented by devices that give objective numbers with specific units of measurement (such as, for example, a dynamometer that gives us information in Newton / Kg about the ability to express force; or an inclinometer that gives us information in degrees about joint ROMs and so on).

Or, they can be represented by a vital tool for every therapist, namely the hands. Through manual palpation or the performance of movement tests, in fact, we professional therapists can carry out an examination that, although subjective, can prove to be very reproducible, especially if accompanied by years of experience and attention during the evaluation.

But what should we look for through palpation and with what unit of measurement do we measure the patient's state from a structural point of view?

Often therapists use the concept of Range of Motion to search for joint hypomobility or trigger points to justify the presence of pain in myofascial structures. From the osteopathic world emerges a concept that could represent an excellent subjective unit of measurement of the structure: somatic dysfunction.

In the glossary of massage therapy terminology we find the following definition: "impaired or altered function of the components relating to the body system (body structure): skeletal, arthrodial and myofascial structures with the relative vascular, lymphatic and neural elements."

And how do we notice the presence of a somatic dysfunction in a patient's structure?

We do this by searching (with palpatory and passive movement tests) for 4 characteristics that we find under the initials of the acronym TART:

Tissue texture abnormality: from palpation we must detect any anomaly of the tissue texture that could be represented by fibrosis, fascial densification, the presence of a trigger point, etc ...

Asymmetry (asymmetry): asymmetry of both the tissue texture and the range of motion

Restriction of motion (movement restriction): we detect this feature through the performance of passive movement tests that must highlight both a ROM limitation and a "dysfunctional" or more rigid end feel than normal (or on the opposite side)

Tenderness (tenderness): presence of pain on palpation

When we find one or more of these characteristics in the somatic structures during the evaluation of the patient, we can define the presence of one or more somatic dysfunctions. Each of these should be graded (generally assessed on a scale from 1 to 3, where 1 represents mild, 2 moderate and 3 strong) and should also be defined with respect to a temporal criterion (is it acute or chronic? ).

The SD is often considered the cause of the problem and the therapist has a tendency to treat it unconditionally from the analysis of the same with respect to the others present or, more generally, with respect to the analysis of the System. Often the treatment of a DS could be decisive for the patient's problem, or it could “supply” the body system with the capacity for compensation and adaptation, reducing the risk of the onset of problems; it is necessary and appropriate, however, to analyze the entire Movement System during the assessment procedure and not be limited only to the search for SD in the relative vicinity of the patient's symptoms and integrate the concepts of structure and function. Therefore, studying not only the structural state (for which the search for SD is an important part), but also the functional one (ie how the patient moves).

The structure governs the function but the function shapes the structure. All under the non-modifiable control of the individual patient's history.

For this we must perform complete assessments, record the data to always have them available, analyze them and from there find the most suitable solution for our nos.


Pescara 🇮🇹 - venerdì 25 giugno 2021 Disfunzioni Somatiche📌 By Prof Gianluca Egidi, ODM International elite partner therapist

Quando ci troviamo per la prima volta di fronte ad un paziente, sia che si rivolga a noi per un dolore specifico o per un infortunio o che si tratti di un paziente sano che vuole fare una visita esclusivamente per una maintenance o per prevenire l’insorgenza di problematiche, è sempre importante svolgere un dettagliato assessment e conoscere lo stato del paziente.

L'assessment è utile per:

Ricercare le disfunzioni che potrebbero essere alla base del problema

Per rilevare lo stato funzionale e disfunzionale del paziente

Per avere dei dati baseline da confrontare in futuro con successive valutazioni

Infine, per avere un punto di riferimento e poter svolgere con razionalità il lavoro

Ma per fare una valutazione necessitiamo di strumenti di misurazione e di unità di misura.

Gli strumenti di valutazione

Questi strumenti di valutazione possono essere rappresentati da devices che danno numeri oggettivi con specifiche unità di misura (come, ad esempio, un dinamometro che ci dà informazioni in Newton/Kg riguardo alla capacità di esprimere forza; o un inclinometro che ci dà informazioni in gradi riguardo ai ROM articolari e così via).

Oppure, possono essere rappresentati da uno strumento vitale per ogni terapista, cioè le mani. Attraverso la palpazione manuale o la performance di test di movimento, infatti, noi terapisti professionisti possiamo svolgere un esame che, seppur soggettivo, può rivelarsi molto riproducibile, soprattutto se accompagnato da anni di esperienza e attenzione durante la valutazione.

Ma cosa dobbiamo ricercare attraverso la palpazione e con che unità di misura misuriamo lo stato del paziente da un punto di vista strutturale?

Spesso i terapisti utilizzano il concetto di Range of Motion per la ricerca di ipomobilità articolari oppure di trigger points per giustificare la presenza di dolore in strutture miofasciali. Dal mondo osteopatico emerge un concetto che potrebbe rappresentare una ottima unità di misura soggettiva della struttura: la disfunzione somatica .

Nel glossario della terminologia massoterapica ritroviamo la seguente definizione: “funzione compromessa o alterata delle component relative al Sistema corporeo (struttura del corpo): strutture scheletriche, artrodiali e miofasciali con I relativi elementi vascolari, linfatici e neurali.”

E come ci accorgiamo della presenza di una disfunzione somatica nella struttura di un paziente?

Lo facciamo attraverso la ricerca (con test palpatori e di movimento passivo) di 4 caratteristiche che ritroviamo sotto le iniziali dell’acronimo TART:

Tissue texture abnormality (anormalità della trama tessutale): dalla palpazione dobbiamo rilevare ogni anomalia della trama tessutale che potrebbe essere rappresentata da una fibrosi, da una densificazione fasciale, dalla presenza di un trigger point, etc...

Asymmetry (asimmetria): asimmetria sia della trama tessutale che del range di movimento

Restriction of motion (restrizione di movimento): questa caratteristica la rileviamo attraverso la performance di test di movimento passivo che devono evidenziare sia una limitazione del ROM che un end feel “disfunzionale” o più rigido rispetto al normale (o al lato opposto)

Tenderness (dolorabilità): presenza di dolore alla palpazione

Quando troviamo una o più di queste caratteristiche nelle strutture somatiche durante la valutazione del paziente, possiamo definire la presenza di una o più disfunzioni somatiche. Ognuna di queste andrebbe graduata (generalmente si valuta su una scala da 1 a 3, dove 1 rappresenta una SD lieve, 2 moderata e 3 forte) e dovrebbe essere definite anche rispetto a un criterio temporale (si tratta di una SD acuta o cronica?).

La SD spesso è considerata la causa del problema e il terapista ha la tendenza a trattarla incondizionatamente dall’analisi della stessa rispetto alle altre presenti o, più in generale, rispetto all’analisi del Sistema. Spesso il trattamento di una SD potrebbe essere risolutivo per il problema del paziente, oppure potrebbe “rifornire” il sistema corpo di capacità di compensazione e adattamento, riducendo il rischio di insorgenza di problematiche; è doveroso ed opportuno, però, analizzare l’intero Sistema di movimento durante la procedura di assessment e non limitarsi solo alla ricerca di SD nelle relative adiacenze della sintomatologia del paziente e integrare i concetti di struttura e funzione. Quindi, studiando non solo lo stato strutturale (per il quale la ricerca di SD rappresenta una parte importante), ma anche quello funzionale (ovvero come si muove il paziente).

La struttura governa la funzione ma la funzione modella la struttura. Il tutto sotto il controllo non modificabile della storia del singolo paziente.

Per questo dobbiamo performare assessment completi, registrare i dati per averli a disposizione sempre, analizzarli e da lì trovare la soluzione più adeguata per i nos


Pescara 🇮🇹 - viernes 25 de junio de 202 Disfunciones somáticas📌 Por el profesor Gianluca Egidi, terapeuta socio de élite de ODM International


Cuando estamos frente a un paciente por primera vez, ya sea que venga a nosotros por un dolor o lesión en concreto o si se trata de un paciente sano que quiere visitarlo exclusivamente para el mantenimiento o para prevenir la aparición de problemas, siempre es importante realizar una valoración detallada y conocer el estado del paciente.

La evaluación es útil para:

Investigue las fallas que podrían estar en la raíz del problema.

Detectar el estado funcional y disfuncional del paciente.

Disponer de datos de referencia para compararlos en el futuro con evaluaciones posteriores.

Finalmente, tener un punto de referencia y poder realizar el trabajo de forma racional

Pero para hacer una evaluación necesitamos herramientas y unidades de medida.

Las herramientas de evaluación

Estas herramientas de evaluación pueden estar representadas por dispositivos que dan números objetivos con unidades de medida específicas (como, por ejemplo, un dinamómetro que nos da información en Newton / Kg sobre la capacidad de expresar fuerza; o un inclinómetro que nos da información en grados acerca de las ROM conjuntas, etc.).

O pueden representarse mediante una herramienta vital para todo terapeuta, a saber, las manos. Mediante la palpación manual o la realización de pruebas de movimiento, de hecho, los terapeutas profesionales podemos realizar un examen que, aunque subjetivo, puede resultar muy reproducible, sobre todo si se acompaña de años de experiencia y atención durante la evaluación.

Pero, ¿qué debemos buscar a través de la palpación y con qué unidad de medida medimos el estado del paciente desde un punto de vista estructural?

A menudo, los terapeutas utilizan el concepto de rango de movimiento para buscar hipomovilidad articular o puntos gatillo para justificar la presencia de dolor en las estructuras miofasciales. Del mundo osteopático surge un concepto que podría representar una excelente unidad subjetiva de medida de la estructura: la disfunción somática.

En el glosario de terminología de la terapia de masaje encontramos la siguiente definición: "función alterada o alterada de los componentes relacionados con el sistema corporal (estructura corporal): estructuras esqueléticas, artrodiales y miofasciales con los elementos vasculares, linfáticos y neurales relativos".

¿Y cómo notamos la presencia de una disfunción somática en la estructura de un paciente?

Para ello, buscamos (con pruebas de movimiento palpatorio y pasivo) 4 características que encontramos bajo las iniciales del acrónimo TART:

Anormalidad de la textura tisular: a partir de la palpación debemos detectar cualquier anomalía de la textura tisular que pudiera estar representada por fibrosis, densificación fascial, presencia de un punto gatillo, etc ...

Asimetría (asimetría): asimetría tanto de la textura del tejido como del rango de movimiento.

Restricción de movimiento (restricción de movimiento): detectamos esta característica a través de la realización de pruebas de movimiento pasivo que deben resaltar tanto una limitación de ROM como una sensación final "disfuncional" o más rígida de lo normal (o en el lado opuesto)

Sensibilidad (sensibilidad): presencia de dolor a la palpación

Cuando encontramos una o más de estas características en las estructuras somáticas durante la evaluación del paciente, podemos definir la presencia de una o más disfunciones somáticas. Cada uno de estos debe ser calificado (generalmente evaluado en una escala de 1 a 3, donde 1 representa leve, 2 moderado y 3 fuerte) y también debe definirse con respecto a un criterio temporal (¿es agudo o crónico?).

A menudo se considera que la DS es la causa del problema y el terapeuta tiende a tratarlo incondicionalmente analizándolo en comparación con los demás presentes o, más generalmente, analizando el Sistema. A menudo, el tratamiento de un SD puede ser decisivo para el problema del paciente, o puede “proporcionar” al sistema corporal la capacidad de compensación y adaptación, reduciendo el riesgo de aparición de problemas; es necesario y apropiado, sin embargo, analizar todo el Sistema de Movimiento durante el procedimiento de evaluación y no limitarse solo a la búsqueda de MS en la vecindad relativa de los síntomas del paciente e integrar los conceptos de estructura y función. Por tanto, estudiar no solo el estado estructural (para el que la búsqueda de DS es una parte importante), sino también el funcional (es decir, cómo se mueve el paciente).

La estructura gobierna la función, pero la función da forma a la estructura. Todo bajo el control no modificable de la historia del paciente individual.

Para ello debemos realizar valoraciones completas, registrar los datos para tenerlos siempre disponibles, analizarlos y a partir de ahí encontrar la solución más adecuada para nuestros nos.



Recent Posts

Featured Posts

Archive

Search By Tags

Follow Us

  • Facebook Basic Square
bottom of page